mercoledì 21 novembre 2007

Leggende metropolitane


Tutti ne conoscono almeno una. Qualcuno l'ha raccontata almeno una volta.
Spesso abbiamo abboccato pure noi!
C'era quella del cane Tahilandese che altro non era che un topone di fogna, quella dei lupi paracadutati nel Parco Nazionale d'Abruzzo con l'imbracatura fatta di budello di pecora (così una volta atterrati si sarebbero liberati mangiandoselo), quella del barboncino scoppiato nel microonde e via così...
Ma oggi, le leggende metropolitane, esattamente come le catene di Sant'Antonio, arrivano anche via mail. Causando non pochi disagi.
Eh sì, perché spesso si tratta di veri e propri appelli disperati: petizioni da firmare o mail da diramare.
Come la mail che mi è arrivata la scorsa settimana, e alla quale io ovviamente ho creduto ciecamente. Nella mail, con tanto di 4 belle foto, si parlava di una giovane cagnetta, una Golden Retriver, e dei suoi 7 cuccioli, tutti da sistemare altrimenti sarebbero stati soppressi.
Inutile dire che ho mandato la mail a tutti coloro che ho in rubrica, beccandomi pure dei resti da alcuni di loro. Il mio scopo non era solo sistemare i cuccioli, ma rintracciare il proprietario per fargli sequestrare la cagnetta e fargli beccare una bella denuncia.
Ed invece...Beh, questa volta è stato meglio così, perché per lo meno non bisognava sistemare realmente quei cuccioli, ma certe cose creando solo falsi allarmismi, non fanno altro che fomentare la sindrome del "al lupo, al lupo!" : prima o poi non ci crederà più nessuno, e la cosa tragica è che sicuramente quando ciò accadrà si tratterà di una storia vera, alla quale però nessuno darà corda.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Abbasso 'ste catene insulse! E W W Barbara ed il suo bel blog!
Matteo