lunedì 25 febbraio 2008

Caro Diario


C' era una volta il diario segreto.
Tutti ne abbiamo avuto uno. Anzi per essere esatti, il primo in assoluto ci venne regalato il giorno della Prima Comunione: rosa per le femminucce ed ovviamente azzurro per i maschietti, sulla copertina il disegno di una bimba, o bimbo che prende il Sacramento della Comunione. Ai bordi due piccole asole di metallo da sigillare fra loro con un decisamente inutile lucchetto.
Già, il lucchetto era inutile e non a prova di fratello o sorella ficcanaso, ma quel lucchetto era un simbolo: il simbolo della nostra intimità.
Intimità oggi meglio nota come privacy, e all' epoca sempre costantemente violata da genitori, fratelli più grandi, nonni e zie invadenti. Insomma, essere ragazzini al tempo del diario segreto, era difficile, perché tutti sapevano e divulgavano in famiglia i fatti tuoi.
Prima di allora infatti i figli unici non avevano nulla da nascondere, perché i genitori se la cavavano benissimo da loro a scovare i segreti dei loro pargoli, mentre quelli che avevano fratelli o sorelle si ingegnavano nel nascondere qualunque cosa potesse essere condivisa con l' altro.
Ma il diario, quello no: quello era tuo e soltanto tuo. Nessuno aveva il permesso di toccarlo, neanche di pensare lontanamente a leggerne una pagina.
Come se poi i segreti di una ragazzina che aveva una decina di anni fossero così top secret.
Ovviamente si parla di ragazzine di 20 anni fa, perché quelle di oggi non hanno il diario ma il blog, e magari di cose che dovrebbero essere tenute seriamente sotto chiave ce ne sarebbero, invece vengono sbattute in rete per urlare al mondo questa voglia di essere grandi, trasgressive, assolutamente ragazzine di 10 anni nel 2008...
Caspita come cambiano le cose... Prima il diario, segreto. Ora il blog, pubblico.
Molto pubblico.

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